Louis Barmont, L’esoterismo di Albrecht Dürer. «La Melencolia», traduzione di Giovanni Caviglione, Luni, Milano, 2003, pp. 90.
Nella storia dell’arte, a parte la Gioconda di Leonardo da Vinci, l’opera più enigmatica in assoluto è senza dubbio la Melencolia I di Albrecht Dürer. A differenza di altre opere sibilline, nelle quali poteva però essere incerta la presenza effettiva di un contenuto esoterico, in questa, a causa della predominanza assoluta dell’espressione simbolica, così come dell’evidente allusione criptica, tale presenza è stata probabilmente l’unica vera certezza che mai si sia potuto avere su di essa. Inutile dire che per lungo tempo numerosi storici dell’arte si siano vanamente sforzati di decifrarne il linguaggio ermetico, riuscendo al massimo a coglierne, appunto, unicamente l’appartenenza di diritto al mondo del mistero. Probabilmente, proprio questa evidenza avrebbe dovuto persuaderli del fatto che, di fronte ad un messaggio esoterico così complesso e ricco di simboli criptici, l’unica possibilità di decifrarlo realmente non poteva che risiedere nel possesso delle sue effettive chiavi di decrittazione; e ciò è del tutto impossibile laddove si è invece estranei, o insufficientemente edotti, rispetto alla dottrina sapienziale che le custodisce.